giovedì, dicembre 30, 2004

Wireless

Scrivo da casa di Lorenzo - il mio webmaster - a Imola, dove sono arrivata oggi e da cui riparto domani.

Il Natale è andato, in qualche modo sono sopravvissuta, allora adesso tutto è più facile... Ci siamo sentiti ieri io e Lo, e abbiam deciso di fare un incontro analogico, cioè in carne ed ossa, per fare il punto della situazione virtuale.

Stiamo per filmarci con la webcam (la i-sight di Apple, che magnifica libidine, anche se effettivamente sembra proprio un phon in miniatura...) per fare una sorpresa a Christian, via e-mail... Stiamo condividendo le nostre librerie di i-pod, come se le playlists fossero figurine (ce l'ho, ce l'ho, mi manca), commentando le varie composizioni via via che le ascoltiamo. Abbiamo proprio di tutto! Musica classica, contemporanea, etnica, e naturalmente jazz, mi pare il minimo..

Dopo le variazioni Goldberg, ecco le Gymnopédies...

Portare il contenuto di tutti i nostri cd in mp3 è un'opera immane... Non finiremo mai! Anche perché io non smetto di comprarne di nuovi, e nemmeno Lorenzo: le foto e le info di copertina sono insostituibili... Oh Gesù!

La cosa fantasticissima è che Lorenzo ha airport e quindi sto navigando wireless, e scrivo questo post.

Adoro la tecnologia.

domenica, dicembre 19, 2004

Home, sweet home

Casa, finalmente.

A Siena è stato un turbine, di giorno avevo i colpi di sonno e di notte l'occhio pallato, ma insomma sono viva.

La mia casetta è proprio carina, e Fiorella me l'ha lucidata a specchio, lasciandomici anche una stella di Natale sul pianoforte.

Siamo tornati insieme da Siena, io e i miei Colibrì, alias Graziana e Pietro che normalmente mi ospitano in quel di Cerchiaia. Ieri ho dormito fino alle 15 e 30, oggi fino alle 12 e 45, insomma insieme e di comune accordo stiamo facendo la cura del sonno, seguita da grandi passeggiate in giro per il centro storico, e lunghe visite a Messaggerie Musicali e Feltrinelli, che sono aperti fino alle 23. Megacolazione col panettone gentilmente offerto da Siena Jazz e poi si mangia quando se ne ha voglia in giro per la città... Così ci prepariamo insieme ad affrontare le dure Feste in famiglia.

Cose eclatanti non ce ne sono, se non quelle che accadono dentro di me, e queste hanno dell'indicibile.

In poche parole, sono molto felice. Il disco è bellisssimo. Io viaggio nella vita con un gran sorriso, e il cuore colmo di gioia.

martedì, dicembre 14, 2004

RITROVAMENTI

Sto diventando coraggiosa. Con la tecnologia, intendo.

Ieri (cioè l’altroieri) in viaggio mi sono messa disperatamente a cercare il file della lezione di Siena di Dicembre, misteriosamente scomparso malgrado i back-up prima del disastro telematico.

Già, perché nel frattempo sono tornata in Italia!

Alle 7 del mattino di domenica Allen mi ha consegnato la rough copy del mio disco, a mezzogiorno la famiglia Langou al completo mi è venuta a salutare, alle 12 e 30 Patty mi ha acccompagnata in aeroporto. Il viaggio è andato tutto liscio compresa l’ennesima perquisizione della valigia, Sono arrivata a Roma alle 9 del mattino di lunedì, ho preso i bagagli e sono corsa incontro a Loretta che mi è venuta a prendere. Che bella l’amicizia: nell’abbraccio ci siamo commosse coi lacrimoni…

…Due ore nel traffico fino a casa, poi salita al Monte Carmelo con l’aiuto del mio portiere per portare su senza ascensore 70 libbre di valigia, lo zaino col computer e molto altro, due bustone di spartiti (12 libbre di carta che ho dovuto tirar fuori dal valigione sovrappeso all’aereoporto di partenza), e il bagaglio a mano con dentro l’amplificatore, la stampante e la scheda audio M-box Digidesign. Ah, anche il microfono e la piastra W.H.I.T.E.®, bontà mia…

Com’è come non è alle 11 e 30 dormivo, e avrei continuato volentieri fino al puntamento della sveglia alle 17 e 30, se non fosse che alle 16 e 30 mi ha telefonato una di una ditta di elettrodomestici per un sondaggio.

Potete immaginare la mia risposta.

A riprendere sonno ci ho provato, ma figuriamoci. Mi sono dunque alzata e ho cominciato a disfare la valigiona, e a fare il sacco trolley per Siena. Ho fatto la prenotazione del biglietto per le 6 e 30 del mattino, poi ci ho pensato bene e l’ho rifatta per le 8 e 30: onde evitare svenimenti e infarti.

Alle 18 e 30 sono uscita su via del Corso, mi sono guardata intorno spaesata nel traffico pedestre natalizio, e poi mi sono diretta a scuola dagli attori. Tre ore di lezione, ci avevo, fino alle 23. Le ho fatte, ma un po’ dormivo e un po’ sentivo di essere lì solo col corpo. Molto faticoso, molto strano.

Alle 23 e 30 a casa, telefonata a mio fratello in Francia con Skype, mentre mi lavo i denti e mi infilo il pigiama scarico la posta arretrata che era rimasta sul server, finisco i bagagli. Alle 2 sono a dormire, ma alle cinque ho l’occhio spalancato e i fenomeni di bilocazione continuano. Decido di drogarmi di fiori di Bach, e mi rimetto a dormire.

Alle 7 radiosveglia, alle 7 e 30 radiotaxi, ed eccomi in pullman per Siena. Wonderwoman non avrebbe saputo fare di meglio

Ma avevo cominciato col dirvi del miracolo! Per grazia ricevuta, cercando con Sherlock nei meandri dell’HD ho ritrovato tutto il perduto, scoprendo che quelli dell’assistenza Apple (Jerry, quello che lo scorso settembre mi annunciò la morte dell’hard disk) mi avevan salvato tutto sotto un altro user account. Musica, agenda, posta… e lezione di Siena Jazz.

E sì che me l’aveva detto, l’I Ching, prima di partire e sibillino come al solito: ciò che ci appartiene veramente non può mai andare perduto definitivamente...

domenica, dicembre 12, 2004

Incognite

Well.

Fra tutti i caffè di Starbucks che portano la scritta doppia, in cui una parola dice un sapore (tipo: Vanilla) e l'altra dice chiaramente Latte, mi sembrava ovvio che se volevo accedere a qualcosa di simile a un caffè dovevo cercare in un'altra lista.

Trovata.

Caffè Mocha. Saprà di uno dei due, ma almeno in questo caso il gusto (almeno il gusto) peraltro tautologico di caffè lo avrà...

No way. Né caffè, né tantomeno moca, figuriamoci.
Bensì palesemente cioccolato, e non molto altro. In più da Starbucks perdono un mucchio di tempo a scriverti il nome sul bicchiere di carta e soprattutto a farti meravigliose sculture con la panna e le caramelline colorate che svettano dal bordo del contenitore, ma poi in un battibaleno ti ci schiaffano su il coperchio di plastica e ti ci infilano la cannuccia, e addio capolavoro.

By the way pensavo che il Peppermint Coffee fosse una cosa che sapesse almeno di after-eight, invece sa dei bastoncini ricurvi di zucchero mentolato stile Paperon de Paperoni, che qui sono il top del Natale. E come se non bastasse il gelato al peppermint è ROSA SHOCKING. Eh già. E io che ancora credo che la menta piperita nasce verde...!

sabato, dicembre 11, 2004

Chevvelodicoaffà

Ho pensato bene di farmi controllare, e poi cambiare, il lettore dvd che da svariati mesi faceva le bizze.

Ho pensato anche meglio di avvisarli che si erano sbagliati nel registrare il mio nome, ma che per favore nel correggerlo non mi facessero scomparire tutto di nuovo.

Infatti.

All'apertura il mio computer appariva riformattato. Tutto sparito.

Poi invece sono ricomparse tutte le applicazioni, ma naturalmente:

- scomparsa tutta la musica di i-tunes, circa 1800 brani

- scomparsa per sempre l'agenda con tutti gli indirizzi di posta

- scomparsa per sempre la posta stessa, che stavo giusto giusto back-uppando in questi giorni, ma avevo solo preparato le cartelline

- scomparse le foto che avevo così amorevolmente organizzate nelle loro cartelline col nome, per vederle tutte di seguito nelle presentazioni di i-photo.

Per fortuna di molte cose avevo i back-ups recentissimi, soprattutto dei files di cu-base, quelli delle lezioni appena preparate per Siena (meno male!), quelli delle foto e tutta la musica che è tutt'ora salva nell'i-pod...

...Ma, comunque sia, sono già tre ore che lavoro per rimettere a posto i documenti e le foto mancanti, piangendo man mano che mi viene in mente qualcosa di assolutamente irrecuperabile, e smadonnando ogni volta che mi tocca riscrivere, per la ben quarta volta in 6 mesi, playlists, indirizzi, titoli di foto...

Se non l'ho capito stavolta non lo capisco più: come dice Bert Hellinger, appartiene all'ordine delle famiglie e delle stirpi che tutto ciò che è trascorso dopo un pò possa essere considerato passato.


giovedì, dicembre 09, 2004

Da non mancare

Fugacemente, viaggiando lungo la interstate, leggo l'enorme cartello pubblicitario di un ristorante:

JAPANESE STEAK HOUSE.

Non so a voi, ma a me ha fatto morir dal ridere.

martedì, dicembre 07, 2004

Connessioni

C’è un traffico pazzesco da queste parti la notte nella Rete, e così ieri no way per postare su blogger.

In compenso sono andata su www.skype.com e mi sono scaricata il programma per parlare gratis fra computers che abbiano su il programmino in questione, o da computer a telefono fisso o cellulare a pochissimi cents di euro al minuto.
Assolutamente superlativo e divertentissimo, basta che abbiate il microfono incorporato nel computer perché poi altrimenti succede come al supertecnologico Chris, che per riuscire a mettere il mike per potermi parlare gli va in crash la comunicazione per via della super scheda audio e annessi e connessi mixer da migliaia di euro.

Gustosamente, mentre io parlavo al vuoto ma lui mi sentiva perfettamente, abbiamo comunicato chattando con gli instant messages che skype permette di mandarsi. Ci siamo divertiti moltissimo!

lunedì, dicembre 06, 2004

Yabadabadoo!

Quando abbiamo risentito la take di stasera Allen, il fonico, è corso fuori e si è messo a saltare e a urlare alle colline, nella notte stellata: "Man, man! Wow!".

Si gira e mi fa "you won't see me yelling like this so easily, man!", e ricomincia, si tira su la manica e mi mostra i goose bumps, la pelle d'oca.

In effetti questa take ha del miracoloso. Ha funzionato subito, appena il tempo di rientrare nell'energia del brano, nel suono del progetto, e poi ha cominciato a fluire da sola, e io e Ira eravamo uno.

Allen ha voluto risentire la take circa venti volte, rimandando indietro alcuni punti in cui duettiamo Ira ed io, e mi faceva "guarda lo sai che in genere io sono molto cool, ma qui ti proibisco di cambiare una sola nota di quello che hai fatto, quindi non provare nemmeno a chiedermelo! Man, è incredibile come tu e Ira... senti qua, no ma senti! Listen to that shit, man, that shit is gonna be hell!"...

...Quindi stanotte di nuovo sarà difficile addormentarmi: ho gli occhi spalancati e lo sguardo da cocainomane, e nemmeno una birra in frigo. E vago, girando su me stessa nella mia stanza, incapace perfino di sedermi, di pensare.

domenica, dicembre 05, 2004

Melting pot

Ieri sera party per le nozze di Georges e Gaelle, dunque.

Tasso alcolico notevole e cibo in quantità pantagrueliche, foto della cerimonia e molte risate per alcuni doni, in particolare un flying pig che ci ha tenuti appassionatamente col naso per aria per alcune ore.

Per quanto io mi sia trattenuta stamattina ho un gran mal di testa e lo stomaco in disuso, più che in disordine. So che a casa mi ha riaccompagnata Tom, ma non molto di più. Sto tentando la cura del caffè, ma mi sento ancora piuttosto dizzy, come si dice da queste parti, il che rinforza la pur fumosa sensazione di aver vissuto una serata decisamente degna di Bridget Jones ( alcoolici 28, dolci 72, kg 143,7, possibili mariti 7, fidanzati 0).

Ho appena ricevuto una e-mail da Jewell e Harold, che mi invitano per mercoledì a visitare una riserva indiana qui nelle Smokey Mountains: l'altra sera parlando è venuto fuori che sia Jewell che Allen hanno ascendenze Cherokee purosangue, cosa abbastanza frequente, mi dicevano, da queste parti...

Jewell è un tipo proprio forte, e siccome ha vissuto parecchio alle Hawaii, saluta sempre con "aloha", anche via posta elettronica.

Ce ne fosse uno, qui, che non avesse origini altrove. Alla cena in mio onore sere fa c'erano artisti d'ogni dove, alcuni slovacchi e ungheresi, addirittura, e una donna irachena che molto allegramente mi ha detto "oh ma guarda mi sembra di conoscerti da sempre... di averti già vista... E' che hai i tratti somatici delle donne delle mie parti..." e poi s'è messa a piangere, perché lei ha ancora la famiglia là, e allora molti del gruppo le han detto, stringendosi intorno a lei: we didn't vote for the bastard, tanto per chiarire il fatto che mica tutti qui ci hanno la vocazione imperialista ed assassina...


Alla festa ieri cambiavamo lingua ogni tre secondi, e i più americani fra noi erano insieme confusi ed estasiati nel vederci così a nostro agio in questo switching continuo di linguaggi e pensieri. In effetti qui anche volendo come fa a venirti la voglia di imparare una lingua straniera? Ci sono migliaia di chilometri prima di poter incontrare un'altra civiltà... Solo lo spagnolo si sta facendo veramente largo, risalendo dal sud, e ormai ci sono scritte e annunci bilingue ovunque nei negozi, per le strade, nei servizi telefonici e sui prodotti.

Semmai la mia domanda rimane: ma con tutto questo movimento internazionale a stretto contatto con la realtà locale, PERCHE' DIAVOLO NON VI VIENE IN MENTE DI APRIRVI, DATO CHE VI PIACE PURE, INVECE DI RIPORTARVI SEMPRE A CIò CHE GIà CONOSCETE?!?

Questo è il vero mistero: perché la bellezza del melting pot rimanga poi allo stato virtuale dell'ennesima fiction, dell'ennesimo disneyworld?

sabato, dicembre 04, 2004

Sincroniche locuste

Le locuste che avevo ascoltato affascinata la scorsa estate, cantare a un volume assordante e richiamarsi l'una l'altra in un concerto di voci strumentali incredibili, ne abbiam parlato per caso ieri sera.

Cantavano così forte che le armoniche salivano dalla terra come tanti fuochi d'artificio. Dei suoni prodotti si potevano quasi vedere i colori, iridati e vaporosi come sotto grandi cupole di arcobaleni, sciogliersi mollemente su tutta la campagna circostante.

Un giorno, all'imbrunire, sul bordo di una verde collina affacciata su un lago, mi avevano graziosamente porto questo fantastico e scintillante bordone, e così io ci avevo naturalmente intonato un Raga indiano, e ci avevo improvvisato per un pò, completamente assorta nella contemplazione della assoluta bellezza del Creato, in pace con me e con il mondo intero.

Quelle locuste escono in realtà inspiegabilmente tutte insieme solo una volta ogni diciassette anni, e cantano tutta l'estate solo quell'anno.

La prossima volta sarà nel 2021.

venerdì, dicembre 03, 2004

PERCHE’ LA GLOBALIZZAZIONE NON VINCERA’

Ok ok è vero oggi sono venuti a lavare la casa dall’esterno col getto pressurizzato: ora è bianca che più bianca non si può, e io mi sono infilata le scarpe da ginnastica (bianche anch’esse) e ci ho fatto un giro intorno camminando nel prato verde, per apprezzarne appieno la meraviglia. Ma mentre assalivano le pareti esterne con le scale e e le pompe, mi ero prontamente rifugiata nel salone col pianoforte a coda…

…Ero talmente assorta negli arrangiamenti che sto scrivendo per le prove di domani, che mi sono totalmente dimenticata di mangiare. Allora adesso che è ora di cena (le sei del pomeriggio mentre scrivo, ma posterò in differita) mi rifaccio.

Sto mangiando tortillas con guacamole e salsa piccante. Ho comprato in un’offerta speciale “buy one get one free” due confezioni di Camembert e di Brie d’importazione. Le clementine che ho sul tavolo vengono dalla Spagna e sanno di sole che è una meraviglia. Ieri pomeriggio siamo passati a sentire una pianista che suonava all’Orangerie, dove per altro mi hanno offerto la scelta tra Merlot e Cabernet. Per il concerto con la big band mi hanno chiesto di cantare brani tradizionali natalizi in italiano, e io li sto risistemando con sotto armonie jazz tipiche, cambi di tempo shfizziosi nonché parte del giro di Waltz for Debby di Bill Evans, ad accompagnare un Gloria in Excelsis Deo. Gli spartiti italiani nudi e crudi me li ha mandati il mio webmaster Lorenzo da Imola via Internet, e io poi li ho rimandati a Harold Nagge il chitarrista così intanto capisce di che si tratta. Più tardi penso che mi preparerò del riso indiano Basmathi con la salsina cinese agrodolce e le verdurine saltate in padèla con il tofu. Le olive le ho scolate io personalmente da Holy Land, dove ci si saluta rigorosamente in arabo, esclamando Inshallah. Oggi si sposava Georges, credo rumeno, con la sua donna francese; lo ha deciso ieri e mi hanno avvisata stamattina. Ieri Will Boyd, il sassofonista nero che suona con Donald, mentre improvvisava be-bop ha citato Adeste Fidelis. E per finire la lista attuale, Betsy ha confezionato dei portacandele con i fiaschi del Chianti che le ho regalato.

Non funzionerà mai. La globalizzazione, dico.
L’Uomo è ben troppo curioso, grazie a Dio, e dopo un po’ che si adegua si annoia di nuovo, e cambia, e crea.

Diteglielo, al Berlusca che vuol vincere le elezioni.

mercoledì, dicembre 01, 2004

4620 Jazz Club

Donald Brown e Mark Boling al 4620.

Pioggia di note scintillanti, ognuna bella in se stessa, tutte insieme indivise in un torrente a scroscio giù per le vallate di ritmi e di suoni.

Come se le idee non potessero mancare mai.

Come se suonare fosse SEMPRE la cosa più bella del mondo, anche tutte le sere nello stesso luogo e con gli stessi musicisti, e senza fermarsi mai.

Il club brillava nel buio, i denti di Donald, il sax di William e le percussioni di Carlos. Piano, chitarra e basso erano in piena, ed io volavo.


Wow, di nuovo l'insonnia musicale.

Shopping Jazz

A parte che ho fatto un salto da Mc Kay e mi sono comprata un CD di Joe Lovano a 3 dollari e 95.

Poi qui nei supermercati, gli ipermercati, i centri commerciali... c'è sempre jazz che suona e canta!!!

Libidine: fare shopping con Billie Holiday di qua, Ella Fitzgerald di là, Tony Bennett di su, Kevin Mahogany di giù, Kurt Elling a destra e Sheila Jordan a sinistra... In più essendo Christmas time vanno le Christmas carols, quindi evvài che ti improvvisano sulle canzoni di Natale esattamente come sugli standards (perché in effetti SONO standards)!

Martedì canto anch'io i canti di Natale con una big band. Eviterò accuratamente quella che dice Ho visto mamma baciare Santa Claus, perché penso sempre a Babbo Natale che si scapicolla su per cammino per sfuggire al marito arrabbiato, e mi viene da ridere. Penso che non potrò evitare Let it snow, let it snow, let it snow, e che canterò volentieri We Three Kings, perché in qualche modo mi ricorda My favorite things, che peraltro probabilemnte eseguirò.

Ullallà oggi ho preso l'AUTOBUS dopo aver cercato in internet gli orari e le linee del KAT, e mi sono allegramente mescolata al rado popolo di proletari che non ha la macchina, e spesso nemmeno la casa.

E' che sull'autobus - e alle fantomatiche fermate - si fa conversazione, con gli utenti incazzati perché l'autobus (peraltro urbano, ma ORARIO) non passa e il governo se ne frega della gente...

Praticamente, ecco finalmente gli Umani: studenti, pensionati, operai; neri, asiatici, ispanici, europei, qualche americano visibilmente alcolista e qualche altro homeless o giù di lì; io che sarò anche italiana ma con su le treccine sono la più gettonata dalle afroamericane in adorazione; una massaia vedova da sei anni che non ha smesso un solo secondo di parlare, anche da sola... ma che quando ero distratta e l'autobus è arrivato mi ha chiamata forte "honey!", sbrigati mi ha detto, quello è il tuo autobus e ti lascia a piedi!

Gente che ride, gente che pensa, gente che incredibilmente legge il giornale, alla pagina economica. Questo accento strascicato e largo che hanno qui al Sud, e che sto prendendo anch'io (pensate sempre a Forrest Gump), in cui ogni frase risulta interrogativa... Un altro turista sperduto, come me con gli orari in mano e sulla fronte l'aria corrucciata e molti interrogativi...

Che bello tutto ciò.

C'è tanto swing. E' molto blues. E mentre mi sfila accanto la Kingston Pike nella rush hour, e tutte le luci delle insegne e del Natale in arrivo, io nelle orecchie ho messo le cuffie dell'i-pod, e John Coltrane sta suonando di nuovo Impressions, come un matto.


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