mercoledì, gennaio 26, 2005

To snow or not to snow

Dire che sono tramortita dalle ripartenze è un eufemismo.

Oggi primo giorno a casa, dopo di tutto di più. Ieri tempo di neve a Cinecittà, alla mensa insieme a villici medievali e barbuti esseri preistorici, ho fatto lezione a ben due corsi di giovani aspiranti cinematografari, ma chiedendomi spesso chi ero.

Nevicava anche a NIzza, mio fratello mi ha spedito un sms. Sulla metro mi sono addormentata, da Cinecittà a Flaminio, risvegliata dai soliti bimbi Rom con le fisarmoniche, per fortuna, altrimenti continuavo a girare. Arrivata a casa ho acceso il riscaldamento a tutto fuoco, e non ricordo molto altro.

A Roma peraltro già da sabato c'era Alberto Tedeschi, così ci siamo visti e abbiamo parlato delle nuove scoperte sulla malattia come informazione, e lo scambio dell'informazione a costo zero come guarigione...

Ogni tanto mi chiedo se per caso non mi sono già teletrasportata nel 4012.

Oggi, dunque, invece di studiare e lavorare ho dormito tutto il giorno. Ho visto anche qualche film, e letto un pò di libri, il tutto sotto il mio piumone ikea a pois rosa e disegni cashemire. Dicono che nevicherà anche a Roma...

Io intanto tesaurizzo un pò di calore, e domani si vedrà.


venerdì, gennaio 07, 2005

2005 International

Oggi ho finito di programmare tutto il lavoro giorno per giorno del 2005 fino a giugno, ho portato due sedie a riimpagliare vicino al Teatro Valle, ho ritirato lo spolverino in tintoria, ho telefonato in Francia, ho chattato con gli Stati Uniti e smessaggiato col Portogallo, ricevendo notizie via mail da Wha che è a Londra.

Affranta, stasera mi sono dedicata un pò di attenzioni: una bella cena tutta apparecchiata con tanto di aperitivo, e poi una doccia tonificante, olii essenziali e cremine rilassanti.

Ok, pronta a dormire.

domenica, gennaio 02, 2005

Buon anno

E' già il secondo giorno del brand new 2005, e io mi sono concessa questi giorni di pace, in totale relax e solitudine nella mia casetta di Roma...
Della serie chi fa una cosa il primo dell'anno la fa tutto l'anno, mi sono armata di trapano, stops, cacciavite a stella e aspirapolvere portatile (sì, la tecnologia wireless la uso anche per i lavori domestici), ed eccomi coraggiosamente sulla scala ad operare cambiamenti positivi nel mio Feng Shui.

Al posto del costoso veglione mi sono regalata la base airport, e così oggi nei momenti di riposo fra un chiodo e l'altro mi sono collegata senza cavi dal letto della camera, dal divano in salone, dal pianoforte vicino alla finestra più luminosa, dalla cucina e dal bordo della vasca, senza l'acqua dentro però. Naturalmente ho fatto anche un giretto - virtuale - da ikea, a prender misure per le mensole e i bastoni per le tende.

La notte di Capodanno, come quella di Natale del resto, l'ho passata dunque da sola (finalmente!) a casa, a celebrare con tranquillità, e in meditazione, il compimento di tante avventure che hanno costellato il mio 2004.

Ho ricevuto una tale quantità di auguri via sms che poi per rispondere a tutti ci ho messo la serata, e sono maledettamente indietro con la posta elettronica...

Ho telefonato in Francia a mia cugina, e negli States ai Coker. Ho fatto un giro da Medici Senza Frontiere, e contemplato come del resto nei giorni passati, le immagini esterne ed interiori relative al Sud-Est asiatico.

Proprio prima di Natale ero andata in varie agenzie di viaggio per informarmi su una bella vacanza tranquilla, al sole, al caldo, in luoghi sereni come solo potevano essere quelli.

Avevo poi desistito perché ero troppo stanca per ripartire, e anche a dire il vero perché temo i turisti stupidi, quelli contenti di rimanere solo e sempre turisti, a distanza di sicurezza dalla vita vera, che come ogni vita è sempre un pò sporca, un pò puzzolente, un pò brutta, un pò sgradevole. Sapevo che non mi sarei trovata bene negli alberghi forzatamente di lusso, e con la prostituzione ostentata come una materia prima, una fonte di PIL, un motivo di benessere e sviluppo....

Sono rimasta a casa, e paradossalmente mi sento lì: nel fetore della vita-morte, nella pace sepolcrale della morte-vita, con le onde gigantesche dei pensieri che mi attraversano la stanza, spalancano porte e finestre come ventate improvvise, rivelando il groviglio terribile e inesorabile dei cicli dell'esistenza.

E' una strana sensazione, ma ho deciso di viaggiarci dentro. Ieri il Capodanno è stato molto silenzioso, coi primi "botti" qui intorno solo verso mezzanotte meno dieci, e poi in poco tempo di nuovo era tutto calmo.

Forse stiamo crescendo. Forse stiamo imparando.

Ho brindato come ogni anno al mondo, sola ma in comunione interiore con molto di più che la sola me stessa. Nel silenzio dei pensieri e senza l'affanno degli obblighi mondani e famigliari, ecco che ricompare un pò di verità.

Coincidenza, hanno pure tirato una cosa in testa a Berlusconi.


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