giovedì, dicembre 29, 2005

Panera, Bird e il WWW

Eccomi seduta da Panera, col computer sul tavolino, il mug di caffè alla nocciola e un mega roll alla cannella.

No, una cosa più semplice non c'era. E poi da Panera fanno le cose fresche: questa pasta è stata sfornata 20 minuti fa, mi dicono. Sarà.

Ho le dita impiastricciate di crema e glassa di zucchero, e i sapori mi si confondono in bocca lasciandosi inspiegabilmente alle spalle un ignobile retrogusto di chewing-gum alla mela verde. O alla vaniglia e noccioline americane. O chissà cos'altro. Mah.

C'è poco da fare, questa mia vita americana mi esalta. Pratico scale arpeggi e patterns dalla mattina alla sera, cioè come il Dio del jazz comanda (adesso sono perfino in cuffia con l'i-pod ad ascoltarmi Parker mentre scrivo...), domani ho un concerto con Donald Brown al Cha Cha, e tutta la mia mente è presa dai fraseggi, dalle scomposizioni ritmiche, dalle sostituzioni armoniche...

Parlare in Southern slang fa parecchio bene allo swing ed ai fraseggi veloci, lo sento che la lingua appartiene al linguaggio, e viceversa, nel senso che qui tutto è estremamente musicale, swingante, ritmico, sonoro, altalenante e cadenzato...

Amo questo mio Sud, ne sto imparando la storia, e più va e più faccio parte naturalmente della comunità musicale, soprattutto quella nera, che mi sorride nel buio dei clubs da dietro le tastiere, intorno ai sassofoni scintillanti d'oro o fra gli indiavolati piatti della batteria...

E' l'idea di non far altro dalla mattina alla sera, appunto, solo suonare, cantare, pensare agli accordi, alle melodie...

Perché io non riesca a far lo stesso in Italia rimane un mistero. Boh, sarà che noi perdiamo tanto tempo a preparare il sugo e la pizza? O piuttosto ad andare dal commercialista, alla asl, alla posta, in banca...

Qui ovviamente è tutto drive thru, non scendi nemmeno dall'auto e ordini, cambi denaro, mangi, bevi, paghi... Persino le ricette mediche le presenti dal finestrino, e ritiri le medicine dentro un cassettino nel muro... E' anche tutto wireless, quindi dove ti giri lavori, scrivi, comunichi, fai una ricerca nel web, ricevi notizie, rispondi...

Ovvio, io la macchina non ce l'ho, quindi o mi faccio accompagnare o tutti mi guardano un pò come se fossi una freak d'altri tempi, mentre zaino in spalla (altrimenti dove lo metto il portatile?) mi alzo in punta di piedi per arrivare fino alla finestra del distributore degli Smoothies o mi chino sullo sportello automatico della banca.

Se hai un dubbio ortografico o di significato mentre sei lì che mandi e-mails per il mondo c'è lì pronto www.dictionary.com, e così con qualunque altra cosa. Ho l'impressione che ogni mese qui c'è una novità, questo mondo è sempre più interconnesso e ieri ho telefonato a mia cugina in Messico spendendo 50 centesimi di euro per mezz'ora, via Skype, ovviamente. Prima ho cercato sul web qual'era il prefisso per il Messico, obviously, mentre già chattavo con mia cugina per dirgli aspetta che ora ti chiamo, un momentito per favor...! Certo, tutte cose che già faccio in Italia. Ma è la quotidianità che qui mi sconcerta. Sarà che frequento anche un sacco di informatici...?

Fondamentalmente, qui mi sento finalmente NORMALE.
Un pò come il brutto anattrocolo quando finalmente trova i cigni.

Nelle mie orecchie fornite di cuffie con gli auricolari interni a prova di bomba, Bird sta suonando Koko ad almeno 400 di metronomo.

Mi accorgo solo ora che, sballonzolando la testa di qua e di là con la tipica andatura black di chi ascolta jazz e del resto del mondo se n'è improvvisamente dimenticato, sto componendo silenziosi fonemi sulla pagina bianca di Blogger alla stessa velocità:

trrrickytic tritrick tikitikitic trickick kikkitic....

Comments:
6 SEMPRE + G - R - A - N - D - E !!! I'm your NUMBER ONE SICILIAN FAN!!! - - - W H A - - -
 
Il cuore americano di sis' Beth grida Hallelujah e si strugge come glassa rosa...VAI SIS'!
 
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