martedì, ottobre 25, 2005

La libertà non è star sopra un albero... (G.Gaber)

Gli elicotteri continuano a sorvolare rumorosamente la città da questa mattina presto. C'è polizia dappertutto, sono tutti molto preoccupati, si spostano velocemente da un angolo all'altro del centro storico. Le ambulanze urlano, rimangono incastrate nel traffico impazzito.

Ho fatto due ore di marcia da Trastevere a piazzale Flaminio, e per un pò sono entrata nel corteo, un pò spaventata, ma molto fiera. Cordoni tesi, ma ordinati, per impedire che si uscisse dalle file. Cordoni di sicurezza per fare in modo che la manifestazione proseguisse compatta e senza brutte sorprese, dall'interno e dall'esterno. Fumogeni, un pò di panico, ma si resta lì. Poi ci si rimette in marcia, ma nelle stradine del centro in cui ci riversiamo noi delle ali troppo compresse dentro il viale più grande, proprio non ci si entra, tutti stretti stretti come siamo. Il camion enorme e carico di studenti sulla via principale, dice di alzare le mani e di avanzare lo stesso verso il Parlamento. A mani alzate, a mani alzate, proseguiamo. Ma ci fermano sempre, ci dirottano, e nei varchi laterali controllano: "no, quello lì ci ha una bandiera, non lo fare passare". I turisti fotografano, si guardano intorno, hanno buste dello shopping e biciclette col pane caldo nei cestini...

Esco dal corteo e raggiungo da sola piazza Montecitorio. E' piena di insegnanti, giovani, anziani, che parlano, progettano. Qualcuno ha al telefono i suoi studenti: "ma perché non venite qui? Non riuscite proprio a raggiungerci?". Altri si contano, dicono ad alta voce le città di provenienza, e così ascolto nominare l'Italia, quella di Gianni Rodari, quella di Marco Paolini, quella delle stazioni...

Ho pensato molte volte: adesso mi faccio arrestare.

Ero molto arrabbiata.

Uno Stato che vuole impedire agli studenti di manifestare la loro ferma intenzione di studiare, e di studiare bene, di studiare tutti, e tanto, è veramente uno Stato troppo malato.

Comments:
ciao fabri. avrei tanto voluto essere con te a marciare perché io ho visto l'università cambiare dall'interno e ho rinunciato a rimanerci per un dottorato per questa enorme delusione.
qui nella città del biscione c'è tanto per cui lottare ma gli unici cortei che ho visto sono stati quelli di immigrati che chiedevano un'allogio o dei poveri metalmeccanici destinati a perdere il loro posto. agli altri va tutto bene così com'è e si perdono in discussioni inutili e intellettualistiche in quella che chiamano la "casa della cultura".
a volte mi arrabbio tanto anch'io, che, come dice romina, cerco di sfuggire da questa situazione di co.co.co. senza diritti e di lavoro gratuito per poter fare quello che mi piace.
sono felice che a siena è cominciato un bellissimo anno e mi dispiace tanto non potervi partecipare. mi mancate tutti tantissimo, specie la magistra. spero di riuscire a venire a trovarti presto così mi racconti personalmente la tua adventure americana.
un bacio grande, marianna
 
Posta un commento

<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?