giovedì, settembre 23, 2004

Amici telepatici

Vortice, vortice, vortice.
Prima di partire ho pure passato l'aspirapolvere in camera, e pulito il bagno a fondo! Sono andata in banca, incontrato Patty, scambiato regali con lei e Betsy... Oddìo la telefonata alla mamma, ho solo esattamente due minuti prima di partire!!!

Sì mamma, no mamma, certo mamma, non credo mamma, no sono sicura mamma, certo che sì, chiaro, no no questo no, tel'ho detto, va bene sì ti chiamo all'arrivo. Una telefonata intercontinentale per non dirsi nulla. Ma almeno ho scampato lo sciopero generale dell'Alitalia, il deragliamento di un treno di collegamento con Fiumicino e il blocco di tutte le autostrade per una slavina. E non sono precipitati aerei nelle ultime (sue) 48 ore.

Speriamo bene.

Partenza accompagnata da Julien, strepitoso numero per ricavare due valige da 60 pounds invece di una da 56 e una da 75. Difficilissimo, indovinato. Soprattutto se una delle valige ha la combinazione, e io non trovo le chiavi delle altre serrature.

Meno male che Julien ha due qualità essenziali: è calmo, ed è buffo. Questo mi ha permesso di portare a termine l'operazione abbastanza velocemente e con successo. Saluti, abbracci, e via verso la security.

Stavolta niente guai, ad andar via è come bere un bicchier d'acqua. A proposito, ho fame. Mi fermo da Ruby Tuesday per un terribile panino col veggie burger e le patatine? Ma sì, va.

Vado poi a sedermi in una fila di sedie a dondolo stile country (c'è lì anche un tipo con un gran cappello da cowboy sugli occhi, chissà se lo pagano per la scena, o è autonomo?), e guardo gli aerei partire, per un pò facendo sgreeeck sgreeck sgreeck davanti alla grande vetrata piena di sole. Lo shock è che in sottofondo c'è una sinfonia di Mozart. Country austriaco? Mah...

Mando una foto di me in quella situazione a Chris, lui risponde con un saluto militare dall'ascensore di casa sua, stile marines nel compimento del dovere. Mms esilarante.

Infine, si parte.

Ad Atlanta, delirio. Sciopera il catering (conseguenza dell'aver chiamato la mamma la mattina della partenza, è chiaro che non è stata una buona idea), per 10 ore non avremo cibo, né bibite. Ci mettiamo in fila per il voucher (quanti siamo? 400?), poi in fila ai vari ristoranti per comprarci da mangiare. Io che pregustavo il mio pasto vegetariano asiatico, ero furibonda per l'ennesimo pasto americano del cavolo.

Prendo, dopo un'ora e mezza di fila (in piedi, poggia lo zaino, poggia la borsa, poggia gli acquisti del duty free. Avanza e prendi tutto, ripoggia tutto. Avanza, riprendi, rilascia...) una quiche di spinaci, un veggie roll e un cheese cake per il mattino. Caffè large, grazie. Pago, verso il caffè nel sacchetto, smadonno, passo alla toilette, pulisco il sacchetto, raggiungo l'imbarco, riverso il caffè, rismadonno... Si parte in ritardo, ma non solo per colpa mia.

Dormo poco, guardo gli inevitabili Garfield e Dodgeball perché riesco a vederli lampeggiare anche con gli occhi chiusi, in quanto mi trovo nella seconda fila davanti allo schermo grande. Guardo tutte le informazioni di questo viaggio che scorre così lento fino all'alba. L'alba che sono le due del mattino. Qualche cosa quelli della Delta l'han rimediata, tipo chicken sandwich (aaargh, sono vegetariana!) e brownies (beh beh), e caffè, che a quest'ora (quale?) sono di conforto.

Finalmente, l'atterraggio.

Al controllo dei passaporti non mi volevano nella fila dei cittadini dell'Unione Europea, convinti che fossi americana.

Un euro per prendere un carrello, smonto lo zaino per acc porc mis malediz ritrovare una moneta sul fondo. Passo la dogana come un cammello davanti alle dune, imperturbabile sotto anzi in questo caso dietro il mio carico da carovana egizia.

Micaela è pronta fuori col pandino verde, carichiamo tutto e imbocchiamo l'autostrada, poi la Colombo, poi ecco, il mio Centro Storico, i monumenti, il caos del trafffico romano, i motorini suicidi, i vigili impazziti.

Incredibile, sotto casa trovo ben due robusti omaccioni che si offrono di aiutarci. In particolare, uno dei due, che mi conosce, si carica il valigione fino al sesto piano, e io e Michi ci prendiamo in spalla l'altra e le cianfrusaglie una rampa per una.

Pant pant. Ce l'abbiam fatta...

Caffè che gorgoglia nella big caffettiera da sei. Michi ha fatto la spesa, pulito la mia casa, messo a posto i ripiani della cucina e preparato un piccolo giardino di piante odorose sul terrazzo: nell'oro e nell'arancio dei muri antichi risaltano timo, lavanda e rosmarino. Micaela dipinge e fa l'incisore, non poteva non comporre un bel quadro...

Michi mi lascia dopo un pò. Io faccio appena in tempo ad infilarmi la camicia da notte che squilla il citofono e si annuncia Simone, che non vedo/sento da mesi e che davvero non sapeva che tornavo oggi. Simone è l'uomo più bello della terra (un uomo Gillette, insomma, e ah non mi fate ripensare al passato!), come dirgli di no? E' salito e ci siamo raccontati un pò di vita, i miei tre mesi in America, il suo in Australia... Anche Simone dipinge, e la giornata è meravigliosa. Simone è inesorabilmente sposato con la donna più bella della terra, ma insomma indovina tutt'ora l'esatto momento in cui io sono a casa. La cosa mi piace.

Finalmente, dopo una serie di telefonate, riesco a raggiungere il mio piumino Ikea e ad arrotolarmici per un paio d'ore, in totale catalessi. Mi sveglia Tony Tarantino, un giovine pianista assolutamente geniale e bravissimo con cui ho suonato a Lecce in giugno, divertendomi un sacco e facendo insieme delle gran belle cose. Anche lui si stupisce, ma come appena tornata, è la prima volta che ti chiamo, come ho fatto a beccarti subito? Telepatico anche lui. Vorrà dire quarcosa, come dice sempre e comunque Manola? Beh, per me sì: che ho buoni amici di vecchia data, che ormai non han più nemmeno bisogno di pensarmi, ed eccoci collegati.

A proposito ecco che mi manda un sms Alberto: bello sentirti italiana. Baci e buon riposo. Alb.

Chris, che mi raggiunge per una pizza, sale a rivedere il nostro luogo di riunioni prima di metterci al lavoro di ripristino del computer. Ci raggiunge Loretta all'ora del gelato da passeggio, e tutti insieme andiamo a veder che c'è di nuovo a Messaggerie.

Voilà, ora ho di nuovo la connessione, e posso postare sul mio blog dalla mia scrivania in Roma.

P.S: fra i miei amici telepatici di oggi, anche Pedro Ruivo, il mio amico regista che mi scrive un sms di saluto dal suo Portogallo... Pazzesca, l'amicizia, che non conosce né il tempo né lo spazio. Sono a casa, ma anche nel mondo. Ho i piedi in terra, e il cuore nel cielo.


Comments:
Ehilà!

Welcome to Italy. Hope you'll have a nice holiday.

Complimenti per le scale di casa dopo il viaggio infinito...
credo che siano il migliore antifurto del mondo!

Ciao
Lorenzo
 
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